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giovedì 14 novembre 2013

Luoghi, eventi ed emozioni affiorano tra le pagine di “Pisa, il romanzo di una città”

«La vecchiaia – scriveva Simone De Beauvoir - ti afferra all’improvviso e capisci allora, con stupore e con sgomento, che ogni traguardo è raggiunto e che quanto ancora farai non avrà più storia». Per svincolarsi dal debilitante abbraccio della vecchiaia Renzo Castelli, giornalista pisano classe 1937, piuttosto che contrastare prova ad assecondare. A riscoprire cioè emozioni lontane nella sua città, Pisa, a raccontare “luoghi della memoria” cittadina, trenta per la precisione, con personaggi, costumi ed emozioni che costituiscono il vissuto non solo suo personale ma di un’aneddotica popolare, l’humus di un tessuto urbano.
Nel suo ultimo libro pubblicato da Edizioni Ets “Pisa, il romanzo di una città” Castelli riesce così con ottima capacità suggestiva a mostrare in tutti gli aspetti la sua città. Niente di più diverso della descrizione di qualche rapido itinerario, per far conoscere le bellezze architettoniche e monumentali a turisti di passaggio o a chi la città la vede di sfuggita per la prima volta. Questa città raccontata la scopre e la riconosce bene soprattutto chi, pisani e non, Pisa la vive o ha avuto modo di viverla negli anni attraverso esperienze quotidiane. Un libro capace di raccontare una memoria collettiva e personale, ma anche di interagire con la memoria di ognuno di noi.
Un bel romanzo di storia cittadina, il romanzo della città di Pisa che può coinvolgere anche chi la città non la conosce e attraverso la lettura di questo particolare reportage narrativo «può scoprire colori fino ad oggi a lui sconosciuti».
A presentare il volume venerdì 15 novembre al Pisabook Festival, sala arancio, alle ore 17.00, Diego Casali, giornalista e caposervizio della Redazione di Pisa de La Nazione e l’autore, il giornalista Renzo Castelli.
«I luoghi scelti – scrive Castelli – sono soltanto trenta delle centinaia che la città offre. Ma questi e non altri sono “i luoghi della memoria”  che più ho percepito come tali per averli vissuti. Ho volutamente creato un disordine narrativo costruendo senza gerarchie un racconto con tante curiosità nascoste sotto un velo di cultura». A cominciare dal primo dei trenta capitoli “Il Settimo”, «che per i pisani doc non è un semplice numero romano, ma il segno di una vicenda che ha attraversato la storia della città», ovvero il VII Reggimento di Artiglieria da Campagna vanto militaresco di Pisa di stanza nella Caserma Cittadella costituitosi nel 1861 e totalmente distrutto nella seconda guerra mondiale quando ripetuti bombardamenti, nel giugno 1944, ridussero la caserma in “macerie fumanti”.
«Avevo parlato a lungo – scrive l’autore nella dedica – di questo libro con Emilio Tolaini, avrebbe dovuto farne la prefazione, così come era accaduto per “Pisa, 1944 e dintorni” ma la sua scomparsa, avvenuta il 3 aprile 2012, sopraggiunse prima che il libro fosse terminato. Gli resterò sempre debitore per avermi fatto conoscere e capire meglio Pisa, le sue storie, i suoi segreti».
Enrico Stampacchia

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