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domenica 16 giugno 2013

Luminara in Giallo. Dodici racconti nella notte di San Ranieri

La città si preparava alla festa; a frotte, verso sera, i pisani rientravano dal mare intasando il viale e la Bigattiera. La luminaria era cascata di domenica, non restava che il consueto bagno di sole e di folla a Marina e Tirrenia (…) ma verso sera, come rispondendo ad un richiamo ancestrale, l’ordine mai pronunciato, ma universalmente percepito era chiaro: tutti a casa, doccia veloce e poi, via, sui lungarni. Pisa esponeva in faccia al fiume la propria “biancheria”. Terrazzi e finestre ornate attendevano la cerimonia dell’accensione dei lumi, per ostentare la loro centenaria storia e per specchiarsi in Arno”.
Mancano poche ore alla Luminaria 2013, ma prima ancora che sia divenuta realtà è diventata protagonista di una, anzi di dodici brevi fiction. A descriverla in uno dei dodici racconti di Giallo pisano -Effetto Luminaria (Felici Editore) è Sergio Costanzo. Dopo Giallo pisano uno, due e tre, in attesa del numero quattro, un fuori serie sulla notte più magica che si viva a Pisa, la notte di San Ranieri. Dodici storie, frutto di dodici sensibilità, e altrettanti stili narrativi raccolti in un nuovo volume che fa già parte del Giugno Pisano. Presentato al pubblico giovedì 13 giugno all’Auditorium del Centro Espositivo Museale SMS oltre che dagli autori da Renzo Zucchini, curatore della collettanea e da Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa, brani di ognuno dei dodici racconti saranno letti dagli autori domenica 16 giugno dalle 20, alla libreria Blu Book.
“L’idea di scrivere racconti tutti incentrati sulla luminaria – ha sottolineato Zucchini alla presentazione al Centro espositivo Sms – è nata l’anno scorso nel salotto letterario di Maria Angela Casarosa. Abbiamo poi ottenuto l’approvazione e il sostegno dell’amministrazione comunale. Ringrazio il sindaco Filippeschi che, apprezzando da subito l’idea, ha voluto inserirla nel calendario delle manifestazioni ed eventi del Giugno Pisano 2013”. Zucchini precisa che “alcuni racconti seguono lo schema del poliziesco classico, altri vanno per schemi propri verso finali in ogni caso a sorpresa, alcuni stanno rigorosamente nel tema, altri sono utilizzati anche per parlare d’altro, di storia, quella vera, o di costume, senza che la digressione diventi pesante, anzi, scoprendo che questa è funzionale alla vicenda narrata, o al protagonista che la anima. Pisa è una piccola grande città, con tante anime, che la letteratura può raccontare. Questa è la nostra ambizione”.
Nel primo racconto “Il killer dei cavalli colpisce ancora” l’autrice Cristiana Bruni si ricollega ad una vicenda realmente accaduta nella metà degli anni Ottanta quando diciotto cavalli vennero uccisi nelle scuderie del centro ippico di Barbaricina, una storia di torbidi interessi, di gelosie, di rivalità. Nella fiction, narrata alla vigilia della luminaria 2013, questi episodi si ripresentano e attraverso questo racconto, che vede tra i protagonisti l’ormai noto vicecommissario Filangeri, l’autrice descrive il mondo poco conosciuto del “paese dei cavalli” ma anche una vicenda privata. Segue il racconto “Quattro vite”di Sergio Costanzo come sempre abilissimo nelle descrizioni, tanto quelle storiche che quelle attuali, della città. Il finale è sorprendente ma per Zucchini anche se “non politicamente corretto” è “quello che la maggior parte dei lettori auspicano”. Il terzo racconto è di Raffaele Damiani, esordiente nell’antologia di giallo pisano, e si intitola “venerdì 17”. Come sostiene Zucchini nell’introduzione al volume si tratta di “un caso balordo di balordi” costruito grazie anche alle conoscenze acquisite dall’autore, nella vita professionale, per trent’anni, funzionario di polizia.
Segue il racconto di Ubaldo De RobertisContro il monaco”. Se l’alchimia fa da sfondo al racconto di un autore che ha lavorato per anni nel settore chimico, attraverso la prossemica, la scienza che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all'interno di una comunicazione, sia verbale che non verbale, siamo in grado di individuare l’assassino potenziale. Magistrale il quinto racconto scritto da un altro esordiente dell’antologia, ma che ha già pubblicato numerosi libri, Franco Donatini. In “Tutta colpa di San Ranieri” l’autore mette in evidenza il confine quanto mai labile tra incidente e omicidio. Andrea Falchi è la terza new entry. Autore del racconto “La burla di San Ranieri”, Falchi, in uno stile rigorosamente poliziesco, utilizza uno scaltro personaggio già comparso in altri racconti pubblicati, il commissario Silvestri, molto capace nell’utilizzare il suo intuito. Una semplice assonanza di nomi gli permetterà di risolvere il caso. 
Quarto ed ultimo nuovo acquisto all’antologia Gian Cosimo Grazzini che con il suo racconto “Il delitto di san Ranieri” descrive un caso dai cento moventi possibili legati però ad un unico elemento: il modo di esecuzione. I “Lumini dispettosi” di Francesca Padula erano gli stessi che proprio “non volevano rimanere accesi”. Tuttavia il motivo non sembra essere quello più scontato,  una naturale serata ventosa. L’autrice avvolge il racconto in un’atmosfera di magia. Esilarante il racconto di Pierantonio Pardi, “Omicidio a San Ranieri”. Si tratta di una cena con delitto, una di quelle che l’autore non sembrerebbe apprezzare molto. A giudicare almeno dalla frase che mette in bocca ad uno dei principali protagonisti del racconto: “Queste cene con delitto sono proprio una grande c.!”
Per bacco” è  il racconto di Arianna Taddei. Il vino sarà strumento e in parte anche movente di un complicatissimo delitto. L’eroe del racconto di Paolo Terreni, “Il professore e il cadavere nel cassonetto”, sarà il solito professor Gianni Valenti. L’ultimo racconto, “Tentato omicidio di spalletta”, di Renzo Zucchini, ripropone, come scrive lo stesso autore, “un giustiziere “fai da te” sempre più in rotta con devianze e vezzi idioti della modernità, e lo cala dentro l’evento della luminaria, dove succede di tutto o praticamente niente, a seconda che si condivida o meno il suo modo un po’ schizzato di percepire la realtà e di affrontarla”.
“Da questi racconti – ha commentato Filippeschi – si vede che c’è un grande amore per la città e questo fa piacere. E’ bella questa serialità e specializzazione, come anche la scelta di aver titolato l’habitat dei racconti ad una manifestazione storica come la luminaria. E’ un’iniziativa che ben arricchisce il cartellone del Giugno Pisano e contribuisce a creare il clima giusto. Pisa quando si tratta di cultura dà risposte eccezionali”
Enrico Stampacchia

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